ciao principessa.

oggi hai attreversato il ponte.
ci hai lasciato un vuoto enorme, in casa, negli occhi e nelle attività della giornata.
il nostro è stato un risveglio tristissimo. vederti non più in vita e in una posizione che faceva onore al tuo carattere, ci ha lasciato sgomenti.
sei andata a fare compagnia a tutti i nostri amici pelosi, che tanti già conosci. e allora salutameli tutti. dì loro che non li ho dimenticati, nessuno, e come per te, a tutti loro ho riservato un posto nel mio cuore.
ciao valentina, sei stata una grande amica. una delle più grandi.

IMG_0299 IMG_0311

un anno

un anno.
passa dopo 365 giorni, quasi sempre, a volte ce ne vogliono 366.
bastano 365 giorni per rifesteggiare un compleanno.
i primi 365 giorni, quelli che portano al primo compleanno, però sono speciali.
un neonato all'inizio sa solo respirare, oltre al naturale istinto a mangiare.
e mangia oggi, mangia domani, dopo 365 giorni ti ritrovi con un pischello/a che cammina (chi più chi meno..), inizia a farfugliare alcune parole (in genere "mamma" e/o "papà", ma anche "gnam gnam" oppure "purcit"). insomma ti ritrovi con un esserino che ti ballonzola per casa e che riempie tutta la giornata e a volete anche la nottata.
sono passati 365 giorni da quella corsa in ospedale (come in un gran premio…) e il risultato sei tu.
auguroni leo.
falli anche ai tuoi "mamma" e "papà".

ma quanto tempo...

… è passato dal mio ultimo post. il sito tapascio ha rischiato seriamente di chiudere. troppi infortuni, troppe rinunce e soprattutto la difficoltà a ricominciare, mi avvicinavano sempre più al chiodo piantato nel muro, dove avrei dovuto appendere le mie scarpe, tra l'altro appena acquistate.
è stato difficile convincere la mente che forse, pregando, c'era qualche possibilità di rimettere un cronometro al polso e poi mettere un passo davanti all'altro. da dicembre 2020, ho ricominciato a fare qualche passo di corsa. pochi all'inizio, uno-due al massimo, poi piano piano, facendo attenzione a dare tono ai muscoli delle gambe in modo che potessero supplire alle deficienze delle ginocchia, i chilometri sono diventati tre-quattro-cinque-sei. per riprendere mi sono affidato al tapis roulant, meno traumi dovuti alle superfici dure e annullato il problema delle discese che tanto incidono sulle articolazioni. ho rimesso in moto il motore, quindi, facendo attenzione alle mie sospensioni un pò traballanti e alla carrozzeria oramai arruginita. la centralina però si è riavviata. il mio cervello ora ha deciso che ce la posso fare e quindi sono fiducioso. non sarò certo quello di un decennio fa, ma il mio motto posso ancora declinarlo. ovviamente pregando…

"mai un campione ma per sempre un corridore"